Tristezza
Tristezza
Tutte le emozioni sono importanti e fondamentali nella nostra vita. Purtroppo però, siamo portarti a considerare delle emozioni negative e delle emozioni positive, alcune sbagliate e altre giuste, ma non c’è niente di più scorretto.
Come detto prima, tutte le emozioni sono importanti, anche quelle che solitamente consideriamo sbagliate, quindi anche la tristezza. Tutte le emozioni sono state, e lo sono ancora, fondamentali per l’evoluzione della nostra specie e per la nostra sopravvivenza. Servono per fornirci informazioni su situazioni che possono essere dannose o pericolose per noi.
Quindi le emozioni sono fondamentali per noi e fungono da mezzi per poter prendere decisioni o per fare delle scelte. Nonostante ciò, a volte, tendiamo ad avere degli atteggiamenti che non ci consentono di entrare in contatto con alcune di loro, come ad esempio la tristezza.
La tristezza può essere un segnale che il nostro sistema di attaccamento si è avviato. Il sistema di attaccamento ci serve per poter dire alle altre persone che abbiamo bisogno della loro presenza, ci aiuta ad esprimere agli altri che abbiamo bisogno di loro nei momenti difficili ed è il fondamento delle nostre relazioni più importanti. Il pianto può indicare una forte tristezza e ci aiuta ad esprimere agli altri la nostra emozione, il nostro dolore e di quanto abbiamo bisogno della loro vicinanza.
La tristezza ha un ruolo centrale sia nel mantenimento, che nello sviluppo delle nostre relazioni. Vivere la tristezza ci permette di promuovere e analizzare la riflessione sugli eventi della nostra vita, questo fa si che possiamo cercare e dare un senso a quello che ci accade e al nostro dolore.
La tristezza è fondamentale per elaborare le cose spiacevoli che ci accadono, e può essere anche uno stimolo per il cambiamento.
A cosa serve la tristezza
Tutte le emozioni se vengono accettate portano cose positive, mentre cercare di bloccarle non fa altro che prolungarle.
- La tristezza ci comunica qualcosa
- Ci spinge a fermarci per capire il perché stiamo provando questa emozione
- La tristezza ci permette di trasmettere agli altri ciò che stiamo provando
La tristezza è fondamentale per poter elaborare tutte le cose spiacevoli che ci accadono nella vita.
E’ molto importante:
- Non dobbiamo giudicarci quando proviamo delle emozioni
- Sospendere il giudizio ci permette di riconoscere le emozioni, esplorarle e porci delle domande
- Non bisogna arrivare subito alla conclusione, è inutile classificarla (emozione buona o cattiva, utile o no).
- Dobbiamo capire la funzione dell’emozione
- Possiamo alleggerire la tristezza e il dolore cogliendo intorno a noi dei piccoli cambiamenti che sono accaduti nella giornata, qualcosa che può ossigenare una giornata triste
Elaborare la tristezza
Per poter ripartire con nuova energia bisogna elaborare la tristezza e darle la possibilità di cicatrizzarsi.
Quando la tristezza non è stata elaborata:
- Quando non si trovano le parole per descriverla, quando non riusciamo a definirla e a darle un confine, il pensiero o la frase che che caratterizzano questa situazione è : “Non so perché sono triste!”
- Se la tristezza non viene elaborata rimane nel subconscio e può manifestarsi anche a distanza di anni quando viene alla mente un determinato ricordo
Non bisogna mascherare la tristezza, anche se molto spesso lo facciamo.
Come genitori molte volte lo facciamo, perché si tende a pensare che negli ambienti in cui si vive bisogna sempre essere allegri, di buon umore, competenti ed efficaci come se la tristezza e le fragilità non esistessero. Molto spesso la cultura ci porta a pensare che certe emozioni vanno nascoste, vanno tenute dentro e non fatte vedere. Questo è vero soprattutto in certi contesti competitivi, dove le emozioni nostre e altrui non sono accettate, perché, ovviamente sbagliando, possono farci apparire deboli, perdenti, fragili e non abbastanza bravi. In questi contesti le emozioni vengono nascoste o mascherate.
La tristezza e le fragilità appartengono a tutti.
Se uno impara ad accettare e ad elaborare le proprie fragilità e la tristezza, impara che ci sono sempre delle risorse che affiancano la tristezza e che c’è sempre un dopo, sempre.
Vivere la propria tristezza per riconnettersi con le proprie risorse.
Riconoscere la tristezza
Fare questo ci permette di farci aiutare da qualcuno, se non riconosciamo questa emozione e continuiamo a dirci che va tutto bene, vivremo male. In certe situazioni, se la tristezza viene repressa, ci saranno altre emozioni che la copriranno come la rabbia, l’evitamento, la chiusura. Questi comportamenti a volte creano difficoltà nelle relazioni.
La tristezza è passeggera, la cosa importante è non sopprimerla, viverla come meglio uno crede, non bisogna stare in compagnia per forza o ridere. Se la tristezza si cronicizza può diventare depressione, per questo va assolutamente affrontata ed elaborata. Le persone che hanno sofferto di depressione hanno paura che provare tristezza possa farle ricadere nel disturbo. Anche chi non ha mai sofferto di depressione, ma ha avuto un famigliare o una persona vicina che ne ha sofferto, può avere il timore di cadere nel disturbo, sperimentando la tristezza. La tristezza come qualsiasi altra emozione è passeggera, però va ricordato che può essere influenzata da vari fattori. Il rimuginare è uno di questi.
La tristezza è un sentimento, è può essere vissuta in modo forte oppure come un velo che incupisce.
- Saper riconoscere l’emozione è la cosa più importante, qualunque essa sia
- Capire il motivo per il quale la proviamo
- Accettarla, viverla ed elaborarla
Cosa si prova quando si è tristi?
- Perdita di interesse per le attività
- Perdita di piacere nello svolgere le attività
- Perdita del desiderio
- Aumento o diminuzione della fame
- Alterazioni del sonno
- Pianto
- Pensiero lento
- Pensiero ripetitivo
- Affaticamento
- Scarsa energia
Come superare la tristezza
- Inizia la giornata con qualcosa che ti da piacere (un caffè, un the ecc). Goditi questo piccolo piacere
- Impara e prova a sorridere di più
- Quando ti senti triste puoi concederti una trasgressione alimentare, pensa ad una cosa che ti piace e mangiala
- Fatti un regalo, puoi pensare ad un viaggio che potresti fare
- Fai attività fisica, fai una bella camminata, vedrai come ti sentirai meglio
- Valorizzati, sentirsi bene fuori fa aumentare l’autostima
- Fai qualcosa di nuovo, prova un nuovo prodotto di bellezza, un nuovo profumo, insomma fai qualcosa che non ha mai fatto
- Pensa ad un luogo in cui sei sentito bene, in cui ti sei sentito tranquillo, fai emergere quelle sensazioni piacevoli
- Esci con un amico, leggi un libro, guarda un film, fai qualcosa che renda bella questa giornata
- Elimina le lamentele dai tuoi pensieri e guarda cosa accade
Sintomi della tristezza nel bambino
La tristezza nei bambini è difficile da identificare, rispetto alle altre emozioni.
Atteggiamenti che possono indicare tristezza nel bambino:
- Capricci e lamentele
- Irritabilità
- Difficoltà a concentrarsi
- Insoddisfazione per attività che prima erano considerate piacevoli
- Poca soddisfazione dalle attività ludiche
- Poca voglia di interagire con gli altri bambini
- Insonnia o ipersonnia
- Mancanza di appetito o aumento dell’appetito
I bambini possono essere stimolati attraverso il gioco o attività piacevoli, questo potrebbe essere di grande aiuto per superare la tristezza.
Sintomi della tristezza nell’adolescente
L’adolescente sta già vivendo una fase critica della vita, infatti l’adolescenza è una fase in cui si passa dall’essere bambini ad essere adulti. Ci sono molti cambiamenti sia fisici che emotivi. Solitamente l’adolescente riesce più facilmente, rispetto ad un bambino, a riconoscere l’emozione che sta vivendo, ma data la situazione, il dialogo con i genitori è più difficile e quindi anche il confrontarsi sulle emozioni che sta vivendo è difficile.
Le manifestazioni di tristezza nell’adolescente possono essere maggiormente queste due:
- Apatia
- Anedonia
In una fase così difficile della vita, in cui il contatto con i propri pari è fondamentale, può essere un chiaro segno di tristezza il fatto che l’adolescente riduce i contatti sociali.
Cosa possono fare i genitori?
Il genitore può:
- Accogliere la sofferenza che il figlio prova e non negargliela
- Cercare di avere un dialogo sulle emozioni. Se si vede che il figlio ha difficoltà a parlare delle proprie emozioni, cercare di aprire un dialogo con lui
- Se il figlio ha pensieri negativi verso se stesso (bassa autostima, svalutazione ecc.) cercare di portarlo ad avere un dialogo interno più positivo e funzionale
Se il bambino o l’adolescente fa fatica ad aprirsi, o se i sentimenti di tristezza sono forti e durano nel tempo, bisogna chiedere aiuto ad un medico esperto nel settore.
Tristezza e terapia adulti
E’ molto importante sottolineare, che la tristezza non è un’emozione che ha bisogno di essere trattata da uno psicologo o uno psichiatra. Se si affronta e si elabora la sofferenza sparisce. La tristezza può diventare un problema se si lotta contro di lei e quando non si riesce a tollerare la perdita che lei segnala, in questo caso si può andare incontro alla depressione. Il problema sorge nel momento in cui il dolore e il rimuginio impediscono il normale svolgimento della vita quotidiana. Le persone depresse rinunciano alla vita, si danno colpe che non hanno, analizzano ciclicamente i fatti accaduti senza alcuna via d’uscita, rinunciano al poter stare meglio. E’ fondamentale, che nel momento in cui la persona si trova a vivere bloccata nella depressione, senza riuscire ad identificare il problema per come è, chiedere aiuto ad un professionista esperto.
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