Autolesionismo
Autolesionismo
Spesso dietro questo comportamento ci sono storie di maltrattamenti subiti nell’infanzia. A soffrirne solitamente sono giovani adulti e adolescenti, anche se più raramente possono soffrine anche gli adulti. Chi soffre di autolesionismo, sia in adolescenza che in età adulta, solitamente soffre anche di qualche disturbo psichiatrico, come disturbi dell’umore, disturbi d’ansia o di alti livelli di disregolazione emotiva.
Autolesionismo significato
Danneggiamento del proprio corpo tramite lesioni intenzionali e autoinflitte. Il suicidio non è lo scopo di questo gesto, anche se infierire continuamente sul proprio corpo può essere un segno di futuri tentativi di togliersi la vita. La maggior parte delle persone che soffre di autolesionismo dopo pochi anni abbandona queste pratiche, invece una parte di queste sviluppa una forma cronica.
L’autolesionismo è molto diffuso tra le persone che soffrono di disturbi psichiatrici:
- Disturbo borderline di personalità
- Disturbi d’ansia
- Disturbi alimentari
- Depressione
- Altri disturbi di personalità
- Abuso di sostanze
- Schizofrenia
Recentemente però è stato riconosciuto il fatto che il disturbo di autolesionismo può essere a sé stante, perché sono tanti i modi in cui una persona si può fare del male e sono molti anche i motivi che spingono a queste condotte autolesive.
Autolesionismo borderline
I comportamenti autolesionistici rappresentano uno dei criteri con cui viene identificato il disturbo borderline di personalità anche se, come abbiamo già detto, questi comportamenti si possono verificare anche in chi soffre di altri disturbi psichiatrici.
Autolesionismo adolescenza
La voglia di di farsi del male fisico si sviluppa perché si è stati trascurati affettivamente o perché si hanno subito abusi da piccoli? Come già detto le cause che scaturiscono questo disturbo possono essere molteplici:
- Distrarsi da un dolore emotivo
- Distrarsi da brutti ricordi
- Forte rabbia
- Insopportabili sensi di colpa
- Violenta autopunizione
- Disturbi psichiatrici
I comportamenti autolesivi possono essere un modo per sopravvivere, la persona si fa del male, ad esempio tagliandosi le braccia, per alleviare una pena, paradossalmente si fa del male per sopportare un male più forte. I traumi infantili come violenza e/o atteggiamenti sadici possono portare allo sviluppo del disturbo di autolesionismo. In adolescenza l‘autolesionismo è associato a:
- Disturbi della condotta
- Ansia
- Isolamento sociale
- Relazioni familiari disfunzionali
- Basso rendimento scolastico
- Depressione
- Stress
- Abuso di sostanze
Autolesionismo, le tre categorie
- Abuso di sostanze psicoattive, il gioco d’azzardo e la sessualità promiscua che sono condotte di auto-danno
- L’overdose di droghe o l’ingestione di sostanze tossiche che sono condotte di auto-avvelenamento
- Bruciarsi e tagliarsi che sono condotte autolesive
Condotte autolesive
Ci sono tre condotte autolesive che classificano il grado di danneggiamento dei tessuti e i comportamenti di chi soffre di autolesionismo:
- L’autolesionismo maggiore: la persona compie atti di autolesionismo infrequenti che però provocano un danneggiamento molto grave, questo tipo è associato solitamente alle intossicazioni acute o alle psicosi
- L’autolesionismo stereotipico: la persona attua atti di autolesionismo costanti e ripetuti nel tempo che però non sembrano essere legati a nessun particolare accadimento. Solitamente sono associati all’autismo o ad un grave ritardo mentale
- L’autolesionismo moderato o superficiale: la persona compie atti di autolesionismo ripetuti nel tempo che però non comportano un grave danneggiamento dei tessuti, solitamente sono tagli superficiali, bruciature e/o abrasioni. Questi gesti hanno solitamente un significato sentimentale.
Autolesionismo moderato
Ci sono tre forme di autolesionismo moderato
- Compulsivo, cioè quando i comportamenti sono quotidiani (tirarsi i capelli, mangiarsi le unghie).
- Episodico, la persona si brucia, si taglia o si colpisce per riacquistare un senso di controllo di fronte a pensieri ed emozioni che non tollera.
- Ripetitivo, dipendenza dal comportamento autolesivo
Autolesionismo come strategia di regolazione emotiva
La persona che soffre di autolesionismo si fa del male fisicamente per trasformare la sofferenza emotiva, che non riesce a gestire, in una sofferenza gestibile, quella fisica.
Autolesionismo come punizione
Alcuni soggetti usano l’autolesionismo per punirsi per qualcosa che hanno fatto.
Autolesionismo come comunicazione
Chi soffre di questo disturbo comunica il suo disagio interiore attraverso le proprie ferite, cosi che la sua sofferenza è davanti agli occhi di tutti.
Autolesionismo diagnosi
- La persona si è intenzionalmente inflitta qualche tipo di danno ( si è tagliata, accoltellata, colpita, bruciata), che però porta danni fisici lievi o moderati, non ha tentato di togliersi la vita, questo deve essere successo nell’ultimo anno almeno 5 o più volte.
- La persona dalle condotte autolesive voleva ottenere: una sensazione positiva, ottenere sollievo da una situazione e/o risolvere una difficoltà interpersonale.
- Condotta autolesiva associata ad almeno uno di questi sintomi: Pensieri negativi, sensazioni o difficoltà interpersonali, tensione, ansia, depressione, autocritica, preoccupazione riguardo al gesto che vuole compiere, verificatosi immediatamente prima del gesto autolesivo.
Cura dell’autolesionismo
Se tu o qualcuno che conosci soffre di questo disturbo chiedi aiuto ad uno psicoterapeuta esperto del settore.
Il trattamento più efficace e diffuso è l’approccio cognitivo-comportamentale, che consiste nell’aiutare gli adolescenti e chi soffre di questo disturbo ad affrontare lo stress che si associa a questo disturbo, pone l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed irrazionali dei pensieri negativi che precedono l’atto autolesivo.
Si può guarire da questo disturbo, bisogna affidarsi ad un bravo psicoterapeuta che accompagnerà la persona che ne soffre nel percorso di guarigione, ed aiuterà anche i familiari.
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